lunedì 30 luglio 2012

Rettitudine

L'avevano sentito tutti con le proprie orecchie, l'Assessore alle politiche industriali e allo sviluppo economico, sostenere che alla base della disaffezione della cittadinanza nei confronti della politica c'era un problema di educazione. L'Assessore si riferiva all'educazione in senso lato, come strumento per interpretare e partecipare attivamente alla vita pubblica di una città, uno strumento, a modo di vedere dell'Assessore, antiquato, sì, ma eminentemente efficace, in quanto né la scuola né la televisione hanno più la voglia e l'entusiasmo per spiegare ai ragazzi cos'è la politica e perché è giusto che ci seguano e parteggino per uno di noi. Uno dei suoi colleghi, o come si diceva un tempo compagni, sosteneva invece che alla base di tutto c'era un problema di informazione. Il che, replicava prontamente l'Assessore, è come dire la stessa cosa, visto che educare significa insegnare, e per insegnare qualcosa dobbiamo informare, cioè, come dice la parola stessa, dobbiamo dare forma all'informe dei nostri pensieri e così facendo attivare un processo di riordino mentale nella testa di chi ci ascolta, ossia il discente. Ora stai scendendo un po' troppo nei particolari, caro il mio Assessore, disse il collega. Invece no, ribattè l'Assessore, perché bisogna spaccare il capello in quattro se vogliamo riuscire poi a spiegarlo come si deve a chi ci sta di fronte. Il collega non sembrava convinto dell'asserzione dell'amico, ma preferì lasciare perdere e pensare ad altro, e così gli chiese cosa pensava di fare quella sera, se gli andava di accompagnarlo al mare, al che l'Assessore si inalberò e disse che così non andava, non poteva sviare il discorso solo perché lui era d'accordo, gli avrebbe mostrato come si educa un popolo, che venisse a casa sua, gli propose, e allora sì che avrebbe capito cos'aveva in mente per la prossima campagna elettorale e per i primi 100 giorni del proprio incarico se la cittadinanza, almeno questa volta, si fosse degnata di concedergli un'opportunità come Primo Cittadino!

Il collega, per la verità, preferiva il mare alla politica, ma non voleva dare un dispiacere al compagno e così disse che sì, accettava volentieri la proposta e che non era stata sua intenzione sviare il discorso, era solo stanco e il pensiero di un bel bagno in mare non gli dava requie, persino la notte se la sognava, una spiaggia deserta, l'acqua rinfrescante, il vento che lo asciugava e poi lo aiutava a trovare il sonno. 

Nessun commento:

Posta un commento