martedì 29 maggio 2012

Sensi di colpa

Anche peggio. Per esempio: come spiegare il fatto che nel giro di una settimana avesse deciso di comprare un biglietto per Nairobi, annullarlo, comprarne uno per Milano, prenotare l'albergo, scegliere un volo per Madrid, riconciliarsi con la moglie, passare più tempo a leggere il giornale, meno a leggere libri, scrivere con la solita incostanza, ammalarsi e guarire e lasciare perdere i vecchi sogni di gloria legati a un concorso per il quale studiava da due anni, e in tutto questo viavai di decisioni prese e abbandonate non s'era mai sentito, nemmeno una volta, in colpa per la scelta che, in quel momento, gli sembrava la migliore per sè. C'erano stati giorni in cui il solo pensiero di compiere un gesto come comprare un biglietto aereo o prenotare un albergo, potevano atterrirlo e impedirgli di fare alcunché, eccetto fissare lo schermo del pc, gli occhi sbarrati, chiedendosi cosa fare  e perché e quando. E c'erano stati altri giorni in cui ogni decisione presa che potesse in qualche modo modificare il corso della propria vita - il che significa anche prendere un autobus o sedersi su una panchina - poteva finire per diventare un pensiero fisso che lo arrovellava per il resto della giornata. Ora non era più così, e forse era un bene, anche se il pensiero di un cambiamento simile non gli faceva dormire sonni tranquilli, tutt'altro. 

Nessun commento:

Posta un commento