lunedì 9 gennaio 2012

Quante volte

Quante volte ti è capitato di pensare all'ultimo giorno come a un organismo senza più corpo ma ancora in procinto di nascere per un'altra, ennesima volta? E quante volte ti sei detto che forse è meglio così, meglio che sia finita, insomma, perché sono più le cose che non ti sono piaciute e che vorresti cambiare di quelle che hai amato e che non vorresti perdere?

Cosa ricorderai di questo 2011? Tante, troppe cose, pensi. Come proposito per il nuovo anno è sempre bene dimenticare molto e ricordare poco. Ma due, tre cose voglio portarmele nell'anno nuovo, pensi. Prima di tutto l'immagine di mia figlia che impara a camminare, prima pochi passi incerti, poi delle brevi corsette da un divano all'altro, infine tutto il corridoio a braccia larghe e calzettoni arrotolati, con la lingua di fuori e le gambe che si schiantano a terra quando proprio non ce la fa più, le manine tese verso l'alto a chiedere aiuto. Poi vorrei portarmi dietro i libri che mi hanno saputo emozionare, su tutti direi S. di Gipi e Piazza d'Italia di Tabucchi, ce ne sarebbero altri ma lambiccarmi il cervello non mi va e così ne dico solo due. Poi vorrei portarmi dietro una gita a Borgotaro, il prato sul quale ci siamo sdraiati tutti e tre, il sole in faccia e lo sciabordio del fiume più in basso, di nuovo bambini, tre bambini a giocare con i fili d'erba e pensare in questo posto vorrei passarci ogni ora libera dal lavoro.


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