giovedì 22 dicembre 2011

Cielo terso

Oggi il cielo è terso, e anche se siamo vicini al Natale qualcuno si azzarda a uscire dall'ufficio senza cappotto, con le mani in tasca e il naso per aria. Quasi nessuno, però, parla di regali da fare o ricevere, sembra sconveniente, fuori luogo, una nota stonata in una giornata come questa. Un ragazzo dice che oggi è un bella giornata perché da oggi le giornate cominciano ad allungarsi, e allora un altro, che solitamente si limita ad annuire, alza un dito al cielo e dice, sì, è vero, si sente qualcosa, l'aria è diversa, siamo in inverno, l'inverno è cominciato e durerà ancora a lungo, però qualcosa mi dice che quest'anno avremo più luce dell'anno scorso, e la luce è importante, sappiamo tutti come la luce influisca sull'umore. E non solo, ribatte il primo ragazzo. La luce dei lampioni, benché fredda e artificiale, è così avara nella nostra città che nessuno si azzarda a uscire di casa dopo le cinque di sera. Ce ne stiamo in casa, a guardare la tv o giocare a carta, parliamo sempre meno, mangiamo sempre di più, capita persino di passare la giornata seduti sul divano a mangiare, bere, dormire, studiare, ecc. senza nemmeno accorgersi del passare del tempo. Capita anche a te? Il secondo ragazzo, che quando non sa come articolare bene il proprio pensiero è solito stringersi nella spalle e guardarsi la punta delle scarpe, questa volta scuote la testa e dice, sì, anche a me succede di passare giornate intere senza muovermi dal letto, mamma non dice niente, perché anche a lei passa la voglia di indagare i motivi del mio torpore e rimbrottarmi, mi guarda, sorride e tutto quello che riesce a dire è: aspetta che torni tuo padre, e vedrai. Poi mio padre torna e la prima cosa che dice appena mi vede è: eh, bravo, tu sì che la sai lunga! Qualche volta, a cena, io ci provo a spiegare ai miei com'è difficile vivere in un quartiere immerso nell'oscurità dentro una città piccola e senza confini perché priva di luce durante la stagione autunnale e invernale. E loro mi ascoltano e mi dicono che ai loro tempi era anche peggio, perché c'era il coprifuoco, c'erano le tessere annonarie, c'era la carestia e la fame e mancavano così tante cose che alla luce nemmeno ci si pensava. Sarà, dice il secondo ragazzo, però secondo me all'origine di tutto c'è la luce. C'è scritto anche nella Bibbia, che prima ci fu la luce e poi venne il resto, o qualcosa di simile, adesso non ricordo, però dimmi tu come possiamo io e te avere voglia di uscire e incontrarci dopo le cinque di sera quando non vedi nemmeno dove metti i piedi e può capitare di scivolare sopra una cacca di cane, oppure una bottiglia di plastica, quante volte mi è successo di uscire per andare a prendere un amico in stazione e non riuscire a trovarlo, oppure trovarlo ma non riconoscerlo finché non gli pesto un piede o gli cado addosso! Frattanto il primo ragazzo se n'era andato, e nessuno ci aveva fatto caso. Era calato il sole, gli uffici cominciavano a chiudere, i negozi sembravano improvvisamente troppo lontani per avere la voglia di andare a rifugiarsi dentro, e così il secondo ragazzo sfoderò il cellulare e con quello puntato sui piedi si fece strada fino a casa e da lì nessuno l'ha più visto uscire.

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